Il massaggio sportivo è un particolare tipo di trattamento che genera, nei soggetti che lo ricevono, numerosi benefici che derivano, principalmente, dal verificarsi di due particolari presupposti:
- Azione diretta: generata dall’attrito meccanico delle mani del terapista sulla muscolatura dell’atleta che genera un aumento del flusso ematico con conseguente ipertermia locale;
- Azione indiretta: generata dalla contemporanea eccitazione di terminazioni nervose e dalla conseguente stimolazione del sistema nervoso parasimpatico.
Da queste due azioni principali derivano poi una serie di altri benefici per i ciclisti tra i quali i più importanti sono:
- Eliminazione delle scorie metaboliche prodotte dalla muscolatura durante un’intensa attività fisica;
- Defaticamento dei comparti muscolari maggiormente impegnati durante lo sforzo e, per un ciclista, si lavora principalmente sulla muscolatura flessoria ed estensoria dell’arto inferiore e sulla muscolatura del rachide, quest’ultima spesso impegnata per ore nella stessa postura in sella alla propria bici;
- Riduzione al minimo delle possibilità di infortunio muscolare;
- Preparazione della muscolatura alle successive sedute di allenamento o di gara.
Ho collaborato negli anni con atleti professionisti tra i quali la svizzera Jolanda Neff, campionessa mondiale, europea e vincitrice della coppa del mondo di mtb nella specialità cross country ed ho imparato a capire quali siano le principali valutazioni ed i più importanti parametri da tenere in considerazione sia per atleti di altissimo livello ma anche e soprattutto per atleti amatoriali che magari si sono affacciati da poco tempo al ciclismo o al mondo delle granfondo e che solitamente sono gli atleti più trattati negli studi dei massaggiatori.
Il lavoro individuale sull’atleta
Il primo aspetto importante da valutare attentamente è sempre quello relativo alle specifiche caratteristiche di ogni singolo atleta da trattare.
Bisogna, infatti, capire da subito quale possa essere il feedback dell’organismo di ogni individuo in seguito ad uno stimolo trasferito attraverso l’esecuzione di un trattamento.
Il lavoro va poi ulteriormente differenziato a seconda degli obiettivi che ci si prefigge di raggiungere attraverso l’esecuzione di un singolo trattamento oppure, come consiglio ai miei atleti, di un ciclo di trattamenti che possano permettere un raggiungimento ed un successivo mantenimento dei benefici ottenuti tramite il massaggio sportivo.
Il lavoro che si svolge sugli atleti è differente a seconda della tipologia di competizioni che andranno ad affrontare.
- Tra gli atleti amatoriali il trattamento più importante che viene eseguito è il massaggio post gara che, in questa circostanza non viene eseguito dalle 2 alle 48 ore successive ad un impegno fisico, ma nei due/tre giorni che precedono l’impegno agonistico in modo da poter trattare e risolvere in profondità tutte le contratture muscolari eventualmente presenti e lasciare all’organismo, nelle 36/48 ore successive al trattamento, il tempo necessario per recuperare lo stress fisico provocato dal massaggio ed iniziare ad avere un beneficio importante da sfruttare durante la prova agonistica.
- Se, invece, si va ad eseguire un trattamento post gara ad un atleta professionista questo avverrà nella stessa giornata in qui è terminata la gara; avendo cura di lasciare trascorrere almeno due ore dal termine della competizione/allenamento per dar modo alla muscolatura di decongestionarsi. Passate le due ore l’atleta potrà essere trattato dal massaggiatore ed il lavoro che dovrà essere eseguito dipenderà dalle caratteristiche fisiche e specifiche dell’atleta ma soprattutto dal tipo di gara che lo stesso dovrà affrontare il giorno successivo. Se stiamo trattando il professionista al termine di una gara di un singolo giorno allora le nostre manovre potranno essere profonde e atte ad eliminare tutte le contratture presenti; mentre se l’atleta stesso fosse impegnato in una gara a tappe il nostro lavoro dovrà essere più indirizzato ad eliminare le scorie metaboliche prodotte dalla muscolatura, ad esercizi di stretching e di mobilità articolare in quanto se lavorassimo a fondo una contrattura rischieremmo che l’atleta non riesca a recuperare lo stress subito per il giorno successivo.
In questo caso il massaggiatore dovrà fare massima attenzione in quanto, con il nostro trattamento, dobbiamo dare un vantaggio all’atleta e non, viceversa, danneggiarlo con manovre e tecniche non appropriate.
I massaggiatori che hanno frequentato un corso massaggio sportivo riconosciuto sanno benissimo che rispetto al massaggio post-gara, il massaggio defaticante, è caratterizzato dall’applicazione di manovre più lente ed inoltre la sua azione deve essere diretta più in profondità; le tecniche più utilizzate sono lo sfioramento profondo, le frizioni statiche e dinamiche, gli impastamenti profondi, gli scuotimenti, lo svuotamento venoso e le pressioni profonde localizzate o con scivolamento longitudinalmente alle fibre muscolari.
Un massaggio rivolto a decongestionare e decontratturare i tessuti o a rielasticizzare eventuali fibrosità o aderenze facilita la rimozione delle scorie metaboliche prodotte dal lavoro muscolare permettendo un più rapido recupero e una più facile e veloce ripresa degli allenamenti successivi.
Attività sportive come il ciclismo richiedono lo smaltimento della fatica generata da allenamenti prolungati, da lavori molto intensi oppure da una postura in sella obbligata e mantenuta a lungo sottoponendo a stress continui sempre le medesime strutture, con conseguente insorgenza di sindromi dolorose come lombalgia, cervicalgia, sindrome del piriforme o tendiniti.
Gli atleti che praticano tale disciplina dovrebbero sottoporsi al massaggio, alle mobilizzazioni articolari e allo stretching dopo ogni singola seduta di allenamento e prima delle competizioni più importanti a scopo preventivo e non solo curativo.
La ripetitività del gesto protratta nel tempo comporta una continua sollecitazione delle strutture sottoposte al carico e/o allo sforzo e, a lungo andare, queste possono degenerare mettendo a rischio le articolazioni, le strutture tendinee, quelle capsulolegamentose o il muscolo stesso.