Fin dall’antichità il massaggio è stata una delle formule di cura terapeutica che veniva somministrato. Utilizzato dagli antichi romani venne perfezionato all’inizio del XIX secolo da Henrik Ling che creo un modello di massaggio che evolvendosi arrivò ai nostri giorni con il nome di massaggio Svedese.
Dal massaggio svedese nacquero, poi, tutte le varie tecniche di massaggio tra cui il Massaggio Miofasciale (mio da muscolo e fasciale da fascia).
Come funziona il massaggio manuale?
Come prima cosa diamo una definizione di “massaggio”:
“ Il massaggio è uno strumento di comunicazione non verbale, una sorta di chiacchierata tra il corpo del ricevente e le mani dell’operatore che andrà a condizionare la persona nella sua totalità”.
É uno strumento in grado di potenziare il rendimento fisico-mentale e migliorare lo stato di salute.
Il massaggio imprime uno stimolo meccanico, a seconda della forza e dell’ intensità che si applica sulla cute del ricevente; forza e intensità andranno ad influire non solo sulla pelle ma anche sul sistema nervoso, sul sistema mio fasciale, sugli organi interni e sulla circolazione sanguigna e linfatica.
La differenza tra le varie tecniche di massaggio è il modo in cui vengono fornite le indicazioni al corpo, al piano anatomico in cui si applicano le manualità e la pressione esercitata.
I muscoli del nostro corpo sono avvolti da guaine di tessuto connettivale che formano una rete di catene chiamata: sistema miofasciale.
La parola “catena” viene usata per indicare un oggetto formato da anelli connessi che ci fa avvicinare all’idea di continuità. Questo ci permette di osservare tutti gli elementi all’interno delle unità corporee e di avvicinarci al concetto di azione globale, ovvero atti correlati e consecutivi che evidenziano il legame tra sistema nervoso, muscoli e sistema connettivo fasciale con il fine di creare movimento e in generale di attivare meccanismi che coinvolgono l’organismo nel suo complesso.
In virtù di questo stretto legame che intercorre tra le strutture anatomiche e le fasce ci dice che ogni azione applicata si ripercuoterà su muscoli, articolazioni, vene e arterie, sistema nervoso, sistema linfatico e organi interni.
Le catene miofasciali sono, quindi, lo strumento ci permette di chiacchierare con il nostro corpo e interpretare i suoi messaggi.
Le informazioni che possiamo ottenere riguardano il comportamento del sistema muscolo-scheletrico, per esempio:
in quali parti del corpo accumuliamo tensione, oppure quali muscoli sono in accorciamento o dove sono presenti delle compensazioni; ci possono dire inoltre per quale motivo abbiamo difficoltà ad eseguire un determinato movimento.
Una volta che il terapista avrà raccolto tutte le informazioni necessarie potrà pianificare un trattamento che andrà a ripristinare gli schemi motori, gli schemi funzionali e in generale il movimento nella sua globalità.
Questa tecnica di massaggio va a lavorare molto, in profondità; nello specifico sulla fascia del muscolo e sull’aponeurosi strutturale: ossia sul tessuto connettivo che ricopre i ventri del muscolo, li unisce e che permette lo scorrimento di uno sull’altro.
Il massaggio mio fasciale è una tecnica terapeutica in cui si utilizzano: le mani, gli avambracci e i gomiti.
Le principali manualità che vengono utilizzate sono l’allungamento dolce ma profondo, le trazioni e le compressioni.
È una tipologia di massaggio che si focalizza nella zona interessata, lento e ritmato, dove il terapeuta sposta i tessuti sotto la cute. Questa tipologia di massaggio è utilizzato sia in ambito sportivo che in ambito riabilitativo, ma a mio parere è molto utile anche a livello di prevenzione.
Il tessuto muscolare è soggetto a trasformazioni che possono dare origine a problemi muscolari, articolari o posturali.
La pressione che viene esercitata dal terapeuta andrà ad agire sia a livello muscolare che a livello nervoso; andrà, inoltre, ad agire sul liquido interstiziale (il liquido che lubrifica la muscolatura) favorendo così, lo scorrimento del muscolo nella sua guaina di contenimento promuovendo una maggiore fluidità del movimento.
Quali sono i vantaggi di questo tipo di massaggio?
In primis una perfusione ematica migliore e di conseguenza una circolazione venosa e linfatica che sia in grado di spostare in modo efficace le scorie, uno scorrimento dei tessuti con conseguente sensazione di minor rigidità e scomparsa del dolore ed infine una liberazione della componente fasciale che ci farà sentire meno costretti sia a livello muscolare che viscerale.
Come abbiamo detto in precedenza, il sistema mio fasciale è costituito da catene che si spiegano in tutto il corpo anteriormente, posteriormente e incrociandosi, quindi se daremo sollievo ad un punto dolente la sensazione di sollievo si percepirà su tutta la catena fasciale coinvolta.
Questo avrà come effetto concomitante, un lavoro posturale con tutti i benefici che ne conseguono.
In seguito ad un massaggio miofasciale il ricevente potrebbe provare uno stato di benessere immediato, oppure un senso di leggerezza, una maggiore libertà di movimento o invece una sensazione di profonda stanchezza.
Concludendo tengo a sottolineare che, avendo una profonda azione a livello del sistema vegetativo, il massaggio mio fasciale deve essere condotto da un terapista con una conoscenza completa di questa tecnica, che abbia effettuato degli studi specifici attraverso un corso di massaggio presso strutture, Accademie riconosciute dal Coni.