Tutti noi essendo nati abbiamo sperimentato la nascita e il suo trauma, anche se non lo ricordiamo, ma esso è ben presente nella memoria della nostre cellule, all’interno del ventre materno il feto è in comunicazione sia con la madre che con l’ambiente esterno, tanto è vero che è sensibile alla luce, alla musica e alla voce della mamma. Attraverso il cordone ombelicale la piccola creatura riceve nutrimento e anche informazioni di vario tipo tradotte a livello fisiologico, qualsiasi cosa vive la madre, la vive anche il figlio, tutti i cambiamenti della madre sia psicologici che fisiologici arrivano al feto, per via di quel cordone che li lega. Già qui iniziano i primi “imprinting”, e lo dice la psicologia perinatale (“La psicologia prenatale e la psicologia perinatale sono branche della psicologia che si occupano dello sviluppo delle capacità psicofisiologiche, relazionali e comunicative dell’individuo durante il periodo prenatale e perinatale. La psicologia prenatale studia lo sviluppo della mente prima della nascita, mentre la psicologia perinatale si occupa delle esperienze del neonato successive al parto. Entrambe le discipline nascono dall’interazione di conoscenze psicologiche ― come la psicofisiologia e la psicologia della personalità ― e mediche ― come la medicina ginecologica e la medicina prenatale” – wikipedia.)
Durante questo lungo periodo nascono i primi schemi e le loro cristallizzazioni che ci portano poi a rispondere alla vita con determinate modalità che spesso sono poco utili portandoci pian piano ad incasinarci la vita. Da qui la possibilità di andare a riportare un pò di armonia attraverso una tecnica che lavora sugli schemi cristallizzati della vita intrauterina, si va a lavorare sul concepimento, gestazione e parto a livello energetico.
Tecnica Metamorfica
Questa tecnica è chiamata tecnica metamorfica. Nasce negli anni’50, grazie al naturopata inglese Robert St. John che iniziò a lavorare su bambini autistici e affetti da sindrome di Down. Egli ebbe l’intuizione che il periodo prenatale venisse riflesso sulle parti terminali del corpo ossia: alcune parti dei piedi, delle mani e della testa. Durante il periodo di gestazione si gettano le basi del nostro divenire essere unici e irripetibili. Gli eventi vissuti nel ventre materno sono quelli che vanno a creare schemi di comportamento che influenzeranno il nostro modo di essere e di comportarci. I due fondatori della tecnica metamorfica sono stati Robert Saint John e Gaston Saint-Pierre. Robert iniziò a lavorare sulla zona del piede corrispondente alla colonna vertebrale quindi del sistema nervoso e considerando che mente e corpo sono legati, si concentrò anche sugli aspetti psicologici dei pazienti. Infatti andando avanti con il lavoro notò che trattando il tallone i pazienti parlavano del rapporto con la madre con le qualità archetipiche femminili, attitudine ad accogliere, ad amare, a prendersi cura di sé e degli altri, ad esprimere la propria creatività e poi Gaston Saint-Pierre, lo identificò anche con il radicamento, definendolo Principio Materno. Ugualmente successe con il Principio Paterno posizionato in corrispondenza del bordo della prima articolazione dell’alluce e qui si parla del rapporto con il padre e l’archetipo maschile ossia la capacità di esprimere la propria autorità sia esterna sia interna, affermare il proprio diritto ad esistere e ad essere se stessi. Giunge cosi a visualizzare una mappa dove sull’area mediale del tallone è presente il principio materno, e sulla giuntura tra la prima e la seconda falange dell’alluce il principio paterno, lo spazio che si trova tra questi due punti riflette il periodo della gestazione. La tecnica metamorfica è una tecnica semplice, che può fare chiunque, e può essere fatta a tutti, non ha controindicazioni. Viene chiamata tecnica e non massaggio perchè non prevede manipolazione, ma solo leggeri e dolci movimenti sui piedi, mani e testa, ma viene anche detta tecnica perchè tutto sta alla responsabilità del ricevente, lui decide se e quando fare la tecnica, non sono previsti tot numeri di trattamenti, e l’operatore che pratica deve essere solo uno strumento del processo di auto guarigione del ricevente. L’operatore essendo solo uno mezzo deve avere un atteggiamento solo di osservatore, senza giudizio, attese e intenzione, non deve pensare di aiutare, ne di guarire, perchè la responsabilità del cambiamento è solo del ricevente, nel momento in cui vogliamo aiutare stiamo già interferendo e influenzando la volontà del cliente.
Comprendendo quanto è complesso tutto il discorso che vi è dietro ad una tecnica cosi semplice, volevo anche approfondire come la modalità del parto possa influenzare l’approccio alla vita.
Matrici di Grof
Tutto inizia con un signore che si chiama Stanislav Grof, il quale fu uno dei massimi esponenti della Psicologia Transpersonale e inventore della Respirazione Olotropica. Egli portò un grande contributo alla conoscenza delle esperienze perinatali (quelle, cioè, relative alla vita intrauterina, al processo del parto e alla nascita), degli aspetti psicologici a esse connessi e del loro ruolo nell’organizzazione e nello sviluppo della personalità. Grof considera queste esperienze come la “matrice” originaria di varie tipologia di problemi psicologici e psicosomatici e di vari vissuti e ricordi che emergono da livelli differenti dell’inconscio inferiore (la parte biografica e collettiva) e superiore (come spirituale e transpersonale).
Le Matrici Perinataeli sono 4 :
1 ) La prima Matrice Perinatale di Base (MPB 1) Universo Amniotico, Unione Originaria con la Madre
É collegata all’esistenza intrauterina, dal concepimento al momento prima dell’inizio del travaglio. Questa è la fase in cui madre e feto vivono una simbiosi, se non vi sono interferenze negative (chimico, biologico o psichico), questo è un momento di pace, è ideale per il bambino. Dal punto di vista archetipico dell’inconscio i simboli e i contenuti possono riferirsi paradisi, posti meravigliosi, oasi ricche di fiori e piante e frutti, gemme preziose. La qualità positiva di questa matrice è costituita dall’andare oltre il tempo e o spazio, sentimento di Amore infinito e Universale. La qualità negativa invece è rappresentata da immagini da deserti, ambiente contaminato con acque avvelenate, terre tossiche. Queste visioni hanno un senso, in quanto molti disordini intrauterini sono causati da sostanze nocive come droghe, farmaci, alcool, trasmesse alla placente. Se i pericoli che si presentano sono rischio di aborto spontaneo o provocato, allora quello che emerge sono immagini apocalittiche
2) La seconda Matrice Perinatale di Base (MPB 2) Inghiottimento Cosmico, Senza Nessuna Uscita
É legata alla fase del parto, in cui il travaglio è iniziato, ma la cervice è ancora chiusa.
In questo stadio il feto ha perso il suo equilibrio da alterazioni chimiche, da contrazioni meccaniche dell’utero. Quando questa fase raggiunge il culmine, il feto è sottoposto alle contrazioni uterine, ma l’utero non è dilatato e il sistema è completamente chiuso. La circolazione in questa fase è difficile mancano sangue e ossigeno per via delle contrazioni. In questo stadio i ricordi che emergono sono sensazioni e immagini di un pericolo mortale però senza la chiarezza della causa. In questo caso la persona tenderà ad avere una visione del mondo in termini paranoici, pensando di essere perseguitato, avvelenato, compariranno esperienze di mostri spaventosi, discesa agli inferi o vagabondaggio in grotte e labirinti. La percezione del soggetto è di essere in trappola con sentimenti di disperazione, impotenza, solitudine ed inferiorità.
3 ) La terza Matrice Perinatale di Base (MPB 3) Lotta di Morte e Rinascita
É quando la cervice dell’utero si dilata e il bambino può scendere nel canale del parto. In questo stadio, le contrazioni uterine continuano, ma il collo dell’utero è ora dilatato e permette la discesa del feto attraverso il canale pelvico-genitale. Qui per il bambino c’è la lotta per la sopravvivenza, mentre sente le forze meccaniche che spingono e sente anche un senso di forte soffocamento. Oltre al problema di afflusso sanguigno provocato dalle contrazioni, può’ succedere che il cordone ombelicale si attorcigli intorno al collo del bambino o che si possa bloccare tra la testa e l’apertura pelvica. Nel momento dell’espulsione il feto può essere in contatto con sangue, mucosità, liquido amniotico, urina e anche feci. In questa matrice abbiamo immagini sia legate alla lotta per la vita, alle lotte titaniche, sia ad esperienze di eccitazione sessuale molto forte, incontro con il fuoco e sado-masochistiche. Le immagini che possono comparire sono immagini piene di energia come tornadi, vulcani, lotte e scene di caccia.
4 ) La quarta Matrice Perinatale di Base (MPB 4) Esperienza di Morte e Rinascita
É legata al parto, alla nascita e al primo contatto con il mondo come relativa al momento della nascita in senso stretto, e al primo contatto con il mondo in quanto essere separato (taglio del cordone ombelicale, allattamento, ecc). La discesa nel canale pelvico è ormai al termine, le sofferenze incontrate nella matrice 3 stanno raggiungendo il massimo per poi allentarsi in un’esperienza di rilassamento. Il bambino dopo un lungo periodo al buio, entra in contatto con la luce, il cordone tagliato e avviene la separazione dalla madre. Qui vi è un’esperienza di morte e rinascita, abbiamo un senso di liberazione e un resistere a tale sensazione per la paura di un annientamento. Il passaggio dalla 3 alla 4 matrice è accompagnata da vissuti di disintegrazione totale sia dal punto di vista fisico, biologico ed emotivo. Grof la descrive come Morte dell’Ego, in quando vi è la perdita di tutti i punti di riferimento che si incontrano quando si avvia un processo di trasformazione e cambiamento.
Grof chiama con il nome di Coex (sistema tutti i contenuti psichici ed emotivi) i principi base nei quali sono organizzati i contenuti psichici ed emotivi. Sono insiemi di ricordi ricchi dal punto di vista del vissuto emozionale che provengono da periodi differenti della nostra vita.
In conclusione possiamo dire che ogni volta che cerchiamo di trasformarci e di evolverci si possono innescare elementi irrisolti della nostra esistenza e il vissuto della vita intrauterina e il parto e coinvolgerei anche l’intento del concepimento possono influire sul nostro modo di rispondere alla vita, magari attuando costantemente schemi divenuti ormai disfunzionali per il periodo di vita che stiamo vivendo. Uno schema adolescenziale non sempre è utile nella fase adulta. E l’utilizzo della tecnica metamorfica ci può aiutare ad uscire da un empasse che ci sta fossilizzando, riportando creatività nel nostro vivere.
FONTI :
A.T.M.I.-Associazione Tecnica Metamorfica Italiana
Wikipedia