Spesso a causa di uno stile di vita scorretto molte persone si preoccupano di aumentate di peso percependosi “gonfie di liquidi”. In effetti, l’aumento ponderale oscilla durante la giornata per vari fattori, tra i quali uno fra tutti è lo squilibrio metabolico idrico, ovvero la ritenzione idrica.
Cos’è la ritenzione idrica
Per ritenzione idrica si intende il trattenimento e l’accumulo di liquidi nell’organismo in particolare nell’ambiente extracellulare o matrice extracellulare.
Disturbo molto diffuso nell’epoca in cui viviamo, è più frequente nel sesso femminile rispetto a quello maschile. La differenza tra i sessi è nelle zone di ristagno dei liquidi, soprattutto in quelle aree corporee predisposte anche ad accumulo di tessuto adiposo: l’addome per gli uomini, cosce, glutei e caviglie per le donne.
Il senso di pesantezza e di gonfiore è una manifestazione clinica, nota come l’edema anomalo che caratterizza questo disturbo.
Come riconoscere la ritenzione idrica
Per diagnosticarlo clinicamente è sufficiente mantenere premuto il pollice nell’area edematosa sottocutanea per qualche secondo e se, quando viene tolto, rimane una impronta profonda ben visibile, denominata “fossetta”, allora si può trattare di ritenzione idrica. Gli edemi riscontrati sono al tatto molli, spesso non dolorosi e le “fossette” sono soggette a cambiamenti di forma, consistenza e colorazione cutanea. L’accertamento clinico può essere avvalorato con un esame del peso specifico delle urine, al fine di determinare la concentrazione di vari sali minerali, quali il sodio, responsabili del ristagno dei liquidi.
Quando si è di fronte ad edemi importanti può essere compromessa oltre alla efficienza circolatoria e metabolica, anche la funzionalità articolare, come la limitazione del movimento dei piedi quando le caviglie sono eccessivamente gonfie, e la funzionalità gastrointestinale quando la ritenzione idrica interessa la parete addominale.
Ritenzione idrica, una reazione a catena
Da un punto di vista psicologico questo disturbo può riferire un comportamento difensivo e protettivo della persona, che oltre a trattenere liquidi nel corpo, manifesta una certa difficoltà di esprimere i propri sentimenti ed emozioni agli altri nella vita sociale.
Le cause possono essere riconducibili a fattori endogeni predisponenti e a fattori esogeni.
- I primi possono essere un’alterata funzionalità del sistema circolatorio venoso e linfatico, un eccesso di tossine che altera il metabolismo cellulare, infiammazioni severe e reazioni allergiche, patologie cardiovascolari come l’ipertensione, disfunzioni renali, epatiche e metaboliche come il diabete. Infatti, lo squilibrio metabolico glicemico e la resistenza insulinica agiscono a livelli di ritenzione del sodio. Anche durante la gravidanza le alterazioni ormonali degli estrogeni durante il ciclo mestruale crea ritenzione idrica.
- Tra i fattori esogeni, invece, il principale responsabile della ritenzione idrica è lo scorretto stile di vita la cui semplice correzione può apportare notevoli benefici. Tra questi compariamo la dieta squilibrata con eccessivo consumo di alimenti salati, caffeina, lattosio, alcolici, ma anche la sedentarietà e l’ipocinetismo (assenza di movimento o ridotta attività motoria), il fumo, l’abuso di farmaci cortisonici e antinfiammatori, le terapie ormonali sostitutive in menopausa, i vestiti troppo stretti e il prolungato utilizzo di calzature con tacchi molto alti.
Contrastare la Ritenzione Idrica
Se si vuole contrastare e prevenire lo squilibrio idrico corporeo bisogna cambiare mentalità e promuovere, per quanto è possibile, comportamenti alimentari sani, una costante attività fisica di tipo aerobica purché essa sia continua ed eseguita ad una intensità moderata.
Anche la massoterapia può venire d’aiuto alla cura della ritenzione idrica. Ma quale tecnica utilizzare e per quale ragione?
A mio avviso la miglior tecnica massoterapica in grado di intervenire in modo esaustivo e incisivo per la risoluzione di questo disturbo è il drenaggio linfatico manuale, purché esso sia praticato da mani esperte e professionisti massaggiatori qualificati e specializzati (che hanno frequentato un corso massaggio linfodrenante riconosciuto), in quanto questo tipo di massaggio risulta essere molto diverso rispetto a quello convenzionale, sia per le manovre che per gli effetti sull’organismo.
Infatti, l’effetto più conosciuto di questo massaggio è quello antiedematoso, per gli eccezionali risultati sul ristagno di liquidi interstiziali e sugli edemi soprattutto di natura linfatica.
Non si possono prevedere quante sedute di massaggio linfodrenante occorrono per ottenere un effetto duratura degli edemi, perché ogni persona va trattata come un caso a sé stante.
Anche di fronte ad una identica modalità di trattamento corrisponde una risposta terapeutica diversa per ognuno, in quanto influenzata dai vari fattori sopra citati.
In ogni caso, i primi miglioramenti soggettivi che si ottengono con una certa rapidità sono manifestati dalla riduzione del gonfiore, dall’attenuazione, se presente, della parestesia e del dolore, mentre occorrono tempi più lunghi per far scomparire il ristagno dei liquidi “idiopatici” (senza causa), gli edemi del periodo gravidico o premestruale, quelli che compaiono sugli arti inferiori e sui piedi a causa della prolungata stazione eretta e del caldo.
L’eliminazione dei liquidi interstiziali e della linfa attraverso manovre leggere, superficiali, lente e ripetute che caratterizzano il massaggio linfodrenante, permette di soddisfare le esigenze di natura estetica della persona.
Non solo Estetica
Il beneficio che si ottiene non riguarda esclusivamente la silhouette corporea ma anche, in campo immunologico, il miglioramento della risposta difensiva immunitaria delle aree trattate.
Grazie al massaggio linfodrenante si svuotano le infiltrazioni di liquido, evitando il ristagno di cataboliti cellulari nella matrice extracellulare e agevolando il passaggio degli elementi protettori immunologici quali linfociti, macrofagi e anticorpi. Le manovre specifiche attivano la circolazione linfatica sottocutanea su diversi distretti linfatici in direzione delle stazioni linfonodali regionali le quali comunicano con canali più profondi. L’azione di questo massaggio è diretta anche alle fibre muscolari striate favorendone il rilassamento quando sono ipertoniche, a quelle lisce migliorandone l’automatismo, come nella peristalsi intestinale.
In conclusione, solo le manipolazioni specifiche del massaggio drenante linfatico sono in grado di ridurre la ritenzione idrica o qualunque edema linfatico, con una azione antiedemizzante che porterà beneficio sia organico che estetico. Sottolineo che se si vuole raggiungere benefici a lungo termine, è opportuno integrare nel periodo di trattamento altre forme di terapia naturali, quali la chinesiterapia, la dieta, l’integrazione alimentare, la fitoterapia, la idroterapia, la psicoterapia.