Questi punti della muscolatura particolarmente dolorosi al tatto, sono causa di disturbi e fastidi che, se non risolti in tempo, si cronicizzano.
Per questo, spesso si ricorre a dei massaggi decontratturanti, eseguiti da esperti della manipolazione in grado di risolvere la situazione di continua tensione muscolare.
I massaggiatori esperti, che abbiano frequentato corsi di massaggio specialistici, andranno a trattare i trigger point tramite un lavoro ben preciso detto “blocco”.
Identificare i trigger point e zone contratte della muscolatura
I cosiddetti “punti grilletto” sono dei punti di iper-irritabilità che dalle fibre muscolari in contrattura persistente apportano dolore e difficoltà nei movimenti dei muscoli di appartenenza.
Se lo stress è quasi sempre un importante fattore scatenante del sintomo, è bene sapere bloccare da subito il circolo vizioso stress-dolore-spasmo-dolore è fondamentale per il trattamento dei trigger point.
Il blocco dei trigger point miofasciali può combattere e risolvere tale situazione, partendo dalla localizzazione esatta delle nodosità e la ricerca del miglior criteri per trattare i trigger point. E, correlatamente, ripristinare un equilibrio posturale o risolvere una cefalea muscolo-tensiva.
Si parte dalla palpazione dei punti dolorosi, per identificarli, anche in base alla definizione dei criteri di diagnosi clinica. In molti seguono le indicazioni di David Simons per classificare e trattare i trigger point attivi, il quale definisce criteri maggiori e minori.
I criteri maggiori per definire i trigger point
- dolore spontaneo distrettuale
- comparsa acuta durante o dopo uno sforzo fisico o sovraccarico del muscolo
- sbilanciamento della postura dell’assetto corporeo
- sensazioni alterate nella zona di dolore riferito (area bersaglio)
- presenza del “jump”, la banda indurita nastriforme tesa alla palpazione (palpazione a scatto)
- dolore in un punto preciso del segmento muscolare indurito (segno del salto)
- ridotta ampiezza di movimento muscolare
- rapida contrazione locale alla stimolazione improvvisa del trigger point
I criteri minori per definire i trigger point
- Pressione sul punto che scatena dolore o sensazioni alterate
- risposta locale di contrazione delle fibre muscolari mediante compressione nel punto dolorabile della banda tesa
- risposta locale di contrazione delle fibre muscolari mediante inserzione di ago nel punto dolorabile della banda tesa
- dolore alleviato dalla distensione del muscolo
- dolore alleviato dall’infiltrazione del punto dolente.
Per la ricerca dei trigger points miofasciali, si può usare la palpazione a piatto oppure la palpazione a pinza.
Nel primo caso (flat palpation), viene eseguita tramite il polpastrello pollice-indice ovvero la falange distale, e con movimento trasversale, che sia perpendicolare rispetto alla lunghezza delle fibre del muscolo.
La seconda tipologia, la palpazione a pinza o pincer palpation, si attua schiacciando il ventre del muscolo tra le dita, con dei movimenti di rotolamento avanti-indietro.
Si identifica il segmento interessato e lo si mette in tensione a 2/3 della normale distensibilità, palpando lungo la bandelletta muscolare contratta, per capire quale sia l’area di massimo dolore. Si percepisce come una banda tesa, un nodulo che con la pressione può trarre giovamento.
La pressione si mantiene fermamente su tale zona per evidenziare nel segmento esplorato il segno del salto e la risposta contrattile localizzata (RCL) – si usa la palpazione a piatto, in quanto si può esercitare una maggiore forza di pressione.
Trattare i Trigger Point con il massaggio
Il trattamento manuale dei trigger point è formato da un insieme di terapie manuali che prevedono una forte pressione nel massaggio, la quale inizialmente evoca sensazioni dolore e di fastidio, nonostante il dolore percepito sia considerato non esagerato.
Le tecniche di massaggio per trattare i trigger point sono orientate a lavorare sulla fascia muscolare, coinvolgendo il muscolo interamente.
Tra le varie tecniche sono presenti i trattamenti per trigger point ispirati alla Tecnica di Rolfing, messa a punto nella prima metà del secolo scorso dal medico Ida Rolf. Questa base ancora valida per il trattamento manuale dei trigger point miofasciale si accompagna a diverse altre possibilità come le tecniche di Release Miofasciale, la Compressione Ischemica, il Rilassamento post-isometrico o l’evoluzione del metodo Rolfing fatta dal medico Beat Dejung.
Tecniche specialistiche che sono sempre supportate dal massaggio classico, per un lavoro su come trattare i trigger point in modo completo.
Sono presenti tecniche specifiche per il trattamento dei trigger point che prevedono la mobilizzazione inter-muscolare tramite una forte compressione manuale da parte del massaggiatore o fisioterapista.
Tali tecniche, quindi, possono risultare dolorose in fase iniziale, seguendo un principio base per cui tale dolore può essere tollerato e necessario. La compressione locale dei trigger point può essere supportata da manipolazioni per l’accorciamento o l’allungamento del muscolo.
Lo stretching manuale
Viene esercitato lungo la bandelletta tesa, ovvero la zona dove sono localizzati i trigger point da trattare, comprendendo anche il distretto muscolare circostante.
Questo tecnica prevede per i trigger point critici anche l’uso di spray refrigerante che aiuti il lavoro di allungamento passivo del muscolo.
Al contrario, nei casi di adozione di una terapia di infiltrazione e stiramento, oltre alle infiltrazione di eventuali farmaci prescritti, si deve procedere allo stiramento passivo del muscolo.
Tecnica di release fasciale per trattare i trigger point
Si tratta del release fasciale manuale su un’area ampia attorno a dove sono localizzati i trigger point
è possibile anche effettuare un release manuale dei tessuti connettivi e della fascia tra due muscoli, la cosiddetta mobilizzazione inter-muscolare.
Nelle tecniche di release e stiramento, si deve contrarre attivamente il muscolo dove si trova il trigger point e successivamente rilassarlo, mentre il massaggio comprime il punto stesso.
Tecnica di rilassamento post isometrico
il muscolo va fatto allungare al massimo, colpendolo senza provocare dolore. Si contrae per circa 10 secondi e poi si fa rilassare. Di seguito, si continua allungandolo e ripetendo la sequenza per almeno 3 volte. In tale tecnica è importante anche coordinare la respirazione con gli esercizi di allungamento e rilassamento.
Collegata a questa è anche presente la tecnica di inibizione reciproca, ovvero quella per cui si fa rilassare il muscolo e poi lo si porta in contrazione del 45% circa, contro la resistenza isometrica del muscolo antagonista.
Tra le altre tecniche per bloccare e trattare i trigger points, sono presenti gli ultrasuoni, l’agopuntura, l’applicazione di impacchi caldo-umidi con azione miorilassante, la TENS (stimolazione elettrica transcutanea nervosa), il biofeedback.