Negli anni Venti il biologo e fisioterapista danese Emil Vodder inventò questa tipologia di manipolazione, il drenaggio linfatico manuale, che da allora ha ricevuto molto interessamento come tecnica di massaggio che agisce sui vasi linfatici.
Il drenaggio attiva l’automatismo dei vasi linfatici e favorisce l’eliminazione del liquido interstiziale e della linfa che ristagnano in tali vasi. Il DLM rappresenta una tecnica orma diffusa in tutto il mondo, che viene considerata efficace per la capacità di smuovere il sistema linfatico e di ottenere degli ottimi risultati contro la ritenzione. Anche se non tutti ne sono convinti…
Il sistema linfatico e il massaggio più adeguato per riattivarlo
Chi ha desidera imparare le tecniche di massaggio linfodrenante tramite un corso di massaggio riconosciuto bene che il drenaggio linfatico manuale rappresenta una possibilità di riattivazione dell’intero sistema, ma va effettuato tramite manovre ben precise e lo studio del sistema di conduzione linfatico.
Il concetto di drenare i liquidi, è ben chiaro se paragoniamo il nostro sistema linfatico ad un sistema di conduzione acque: esistono punti in cui si accumulano i liquidi, che stanno scorrendo verso un punto di sbocco.
Sarà necessario, quindi, approntare delle manovre di drenaggio linfatico per sbloccare i liquidi stagnanti e re-immetterli nei canali corretti. Il sistema dei vasi linfatici, come tanti canali, rende infatti possibile lo scorrere del liquido interstiziale e della linfa, che non dovrebbero accumularsi sotto pelle o nel rivestimento muscolare.
L’intuizione di Vodder è tuttora ancora funzionale per la cura di alcune patologie del sistema linfatico, per le quali rappresenta una terapia d’elezione. In particolare per i linfoedemi primari e secondari, per ridurne i sintomi correlati.
Le manipolazioni del drenaggio linfatico manuale sono utili contro gli edemi e linfoedemi, oltre che per gli effetti sulle fibre muscolari lisce e striate, oltre che per l’effetto analgesico. Le fibre muscolari lisce vengono interessate da un’attivazione, mentre quelle striate vengono interessate da un effetto rilassante.
Il drenaggio linfatico è utilizzato anche per trattare insufficienze venose, disturbi circolatori del microcircolo, traumi articolari e muscolari, distorsioni, cervicalgie, patologie reumatologiche e soprattutto patologie a carico del tessuto connettivo (sclerodermia e lupus erimatoso); cura anche infiammazioni croniche dell’apparato respiratorio, patologie del sistema nervoso centrale e distonie neurovegetative come stress, stipsi, sindrome premestruale.
Di certo non si tratta di trattamenti basilari per queste patologie, ma di supporto da concordare con il medico specialista.
Le manipolazioni del drenaggio linfatico
I movimenti vanno eseguiti in modo lento e delicato, con moti ripetitivi che seguono l’andamento dei vasi linfatici. Oltre ad un effetto linfodrenante, il massaggio suscita anche un effetto antistress e rilassante, andando ad agire anche sul sistema nervoso.
La manualità del linfodrenaggio attiva il suo effetto a livello dei tessuti superficiali, ovvero cute e sottocute, e non sulla fascia muscolare. Agisce su vari distretti del corpo tramite l’azione manuale e sequenze che rispettano il decorso dei flussi sottocutanei ed epifasciali, in direzione delle stazioni dei linfonodi rispettivi ad un determinato distretto linfatico.
La pressione delle manipolazioni nella pratica del drenaggio linfatico manuale si eseguono sulla pelle in modo delicato e debole, di circa 30 Torr o mmHg (unità di pressione che nel massaggio medio va fino agli 80 Torr).
Ad ogni pressione deve seguire un rilassamento, in modo che la linfa si sposti, insieme al liquido interstiziale. I momenti di pausa, quindi, devono essere ben calibrati tra una manipolazione e l’altra. I vasi linfatici si svuoteranno e poi si andranno a riempire di nuovo.
Questa azione del drenaggio linfatico stimola la linfo-angio-motricità, ovvero il drenaggio degli interstizi che favorisce lo spostamento non solo dei liquidi interstiziali ma anche di proteine e cellule immunitarie, tutto a beneficio dei tessuti e dell’eliminazione delle scorie.
Nel caso in cui il linfodrenaggio manuale sia doloroso va interrotto, dato che i vasi linfatici smetterebbero di funzionare e andrebbero a collassare. Le manipolazioni devono essere effettuate con aderenza delle mani alla pelle, lentezza, senza oli né creme durante il massaggio.
L’attivazione della linfa va eseguita solo manualmente, per convogliare le scorie e i liquidi ristagnanti verso i vasi linfatici.
È fondamentale che la tecnica del drenaggio linfatico non produca dolore né arrossamenti nella pelle, con un apporto di sangue inusuale rispetto ai liquidi di un tessuto che non va provocato, anzi va favorito il contrario, ovvero il riassorbimento dei liquidi in eccesso.
Il drenaggio linfatico funziona contro la cellulite?
In molti pensano che il DLM sia utile per attenuare la pelle a buccia d’arancia, tipica manifestazione della cellulite.
È consigliato in genere un ciclo di sedute di linfodrenaggio di circa 3 settimane, combinando la terapia di drenaggio manuale intenso con fasi di mantenimento di circa 2 sedute mensili.
Si può effettuare un drenaggio linfatico manuale su ogni parte del corpo, anche in funzione anticellulite, il linfodrenaggio sarà sicuramente volto verso glutei e gambe.
I liquidi accumulati e bloccati nel tessuto adiposo, saranno spinti negli strati profondi della pelle per raggiungere i vasi linfatici ed essere espulsi. Quando ciò non avviene si determinano le zone di ritenzione della cellulite, e per questo il massaggio linfodrenante è ottimale nei casi in cui la cellulite sia determinata da questo ristagno delle vie linfatiche.
Controindicazioni del massaggio di drenaggio linfatico
Il metodo presenta delle controindicazioni per alcune patologie in atto come tumori non trattati, infiammazioni acute o infezioni locali, manifestazioni allergiche sulla cute, edemi causati da una insufficienza cardiaca.
Nei casi di ipotensione, disfunzioni della tiroide, asma e gravidanza, non sono consigliati tali massaggi o, eventualmente, è necessario un consulto con uno specialista.
Inoltre, come per molti massaggi, nel caso di trombosi venosa e tromboflebiti, è bene evitare il drenaggio linfatico.